lunedì 18 giugno 2012

Musica Araba

La nascita della musica araba viene storicamente datata intorno al settimo e ottavo secolo d.C. Prima dell'avvento dell'Islam, che portò l'arte musicale verso la sua massima espressione, erano già presenti nell'area della penisola Arabica, molte comunità che avevano sia autonomamente sia grazie alle influenze della vicina cultura mesopotamica, sviluppato una propria linea musicale.
La storia della musica e del canto arabi hanno un esordio tutto al femminile. Infatti, dalla lettura della poesia preislamica vaniamo a sapere che la vita musicale era concentrata sulla figura della qayna, una cantrice che si accompagnava con uno strumento musicale. Ella cantava proprio quella produzione poetica che, arrivata sino a noi, ci ha dato modo di conoscerla.
La classe delle qaynat formava un ramo del diffusissimo commercio di schiave che si svolgeva nei mercati arabi delle città più importanti, come Medina e Mecca, dove le cantrici si erano presto stabilite per le numerose possibilità di contatto con delegazioni straniere e gente di commercio. I piccoli re i nobili o i signori ospitavano nel proprio palazzo un gran numero di qaynat, le quali avevano il compito di rallegrare il padrone e i suoi famigliari. Lo strumento musicale delle qaynat più spesso ricordato nella poetica della jahiliyya, il periodo preislamico, è l' oud, strumento a corde simile all'odierno liuto a manico corto. 
Il tarab non è una melodia o un genere musicale bensi l'interpretazione musicale di un testo, la quale genera nell'ascoltatore quasi un rapimento estatico ..è ciò che potremmo chiamare il "sublime" del canto..... l'incanto della parola cantata! Naturalmente, perché il fenomeno del Tarab possa aver luogo è necessario che l'ascoltatore capisca il significato del testo poetico che viene cantato: il Tarab consiste proprio nella perfetta interpretazione musicale di un testo dal tema coinvolgente. Gli arabi distinguono la figura del cantante (mughanni) da quella dell'interprete (mutrib): il primo è colui che esegue con la voce una melodia, il secondo è in grado, attraverso una sviluppata tecnica interpretativa e una grande sensibilità artistica, di generare il rapimento nell'estasi del tarab. Il verbo "tariba", da cui deriva il termine tarab, significa "essere commosso da gioia o da dolore", "provare emozioni di piacere o di dolore", "andare in estasi, essere incantato, turbato, agitato, scosso", ed è quindi legato a quell'arte di modulare la voce su di un testo poetico che incanta e rapisce l'ascoltatore in grado di intenderlo.

Cl@sse 2.0

Il primo anno di scuola media, la mia classe doveva iniziare un percorso di sperimentazione che ci era stato assegnato dal Ministero della pubblica istruzione: cioè un tipo di studio diverso dal solito. Questo progetto però, non si è potuto realizzare del tutto: nel corso del primo anno dato che l’acquisto di ogni computer che ci doveva essere assegnato è stato fatto a fine anno, abbiamo lavorato soltanto con la lavagna interattiva multimediale.
Nel secondo anno scolastico avevamo a disposizione un computer portatile ciascuno che potevamo tenere fino alla fine del terzo anno scolastico. Questo potevamo portarlo a casa per eseguire i compiti. A scuola non lo usavamo  quasi mai e questo è stato un effetto negativo della sperimentazione. L’effetto divenne positivo solo quando la maggior parte dei professori  iniziarono a farci fare ricerche o cose del genere. Abbiamo utilizzato molto Blogger, Wikispaces e il Software Notebook.
Le materie che sono state più presenti in questa sperimentazione sono: italiano, soprattutto linguistica con il sito digilander, matematica e scienze dove postavamo i nostri lavori sul sito Wikispaces, storia e geografia con il programma di PowerPoint facevamo le presentazioni, un metodo migliore di studio. Con il professore di informatica invece abbiamo creato ognuno  il nostro Blog dove dovevamo mettere i lavori svolti di tutte le materie.
La cosa negativa di questo percorso è stato il non utilizzare la tecnologia per alcune materie come artistica, tecnologia, francese. Un altro effetto positivo è stato il miglioramento di alcuni alunni riguardo lo studio e la memorizzazione mentre l’altro effetto negativo è stato che altri alunni non hanno sfruttato il metodo di studio che gli è stato presentato, infatti hanno usato i computer personali solo per giochi e divertimento.

mercoledì 16 maggio 2012

SCOPRENDO LA FORESTA

Un giorno decidemmo di fare una gita in una foresta. Avevamo già sentito dire che la foresta è molto utile in molti aspetti:  ci fornisce ossigeno, trattiene l’anidride carbonica, mantiene la biodiversità, evita inondazioni e valanghe poiché ferma il terreno, ed è infine la casa di molti animali. Ci chiedevamo se tutte queste cose erano vere e ci chiedevamo anche come avvenivano questi fenomeni. Ne valeva la pena andare a vedere. Entrate nella foresta ci aggrappammo subito ad un grande albero che ci aveva colpite. Era grande e robusto, una casa perfetta per gli animali che ci vivono. Sapevamo anche che attraverso la fotosintesi clorofilliana ci forniva ossigeno trattenendo anidride carbonica, la luce sbucava tra le verdi foglie. Avevamo con noi panini e bibite per il pranzo, ma quando stavamo per pranzare un rumore ci spaventò. Pensammo di tutto, forse anche dei grandi e brutti animali giganti che ci avrebbero sbranate. E invece no, era solo un forte vento. Continuammo la gita tranquillamente, tornando a casa soddisfatte.

mercoledì 2 maggio 2012

Preludio

Johann Sebastian Bach ha scritto attorno al 1720 il primo dei 24 preludi che si intitola "il clavicembalo ben temperato".

Esecutori e interpreti

 L'esecuzione di un brano musicale implica delle scelte da parte del musicista dando al brano una propria interpretazione, cioè lo legge da un punto di vista personale. Per questo ogni esecuzione risulta unica e diversa da tutte le altre e ogni esecutore è in realtà un interprete che fa da tramite tra il compositore e gli ascoltatori. Per questi ultimi il confronto di interpretazioni diverse può essere molto utile per conoscere più a fondo quella certa pagina musicale.

martedì 20 marzo 2012

Il Rock

La musica rock è un genere musicale, nato nel corso degli anni cinquanta e anni sessanta negli Stati Uniti e nel Regno Unito, che trae le sue origini nella musica dei decenni precedenti, in particolare nel rock and roll, nel rhythm and blues, nel country, con richiami di musica folk. Il suono del rock ruota spesso intorno alla chitarra elettrica, alla quale si aggiungono strumenti ritmici come il basso elettrico, la batteria, e strumenti a tastiera come l'organo Hammond, il pianoforte, la tastiera e, alla fine degli anni sessanta, sintetizzatore; altri strumenti come il sassofono e l'armonica sono usati, perlopiù per assolo. Possono essere inoltre presenti archi (violino e violoncello) ed ottoni (trombatrombone).[1]
Alla fine degli anni sessanta ed i primi anni settanta, la musica rock ha sviluppato diversi sottogeneri; si è mescolata con la musica popolare creando il folk rock, con il blues per creare blues-rock e con il jazz per creare il fusion. In seguito, il rock ha incorporato influenze soul, funk e della musica latina, sviluppando altri sottogeneri; nei settanta il soft rock, il glam rock, l'heavy metal, l'hard rock, il progressive rock ed il punk rock, negli ottanta lanew wave, l'hardcore punk e l'alternative rock, mentre negli anni novanta il grunge, il Britpop, l'indie rock. Molti gruppi rock sono composti da quattro elementi, un chitarrista elettrico, un cantante, un bassista ed un batterista, formando un quartetto; talvolta si può omettere un membro, così come il cantante può suonare anch'egli uno strumento e il canto stesso può essere assegnato a più persone.

La carbonaia di Cessapalombo


Cessapalombo si trova sulla strada per Caldarola, è un paese molto piccolo che comprende diverse frazioni, tra cui Tribbio dove risiede il Museo delle Carbonaie. Qui abbiamo fatto una sosta di circa 20 minuti con una giovane guida che ci ha spiegato come un tempo e ancora oggi viene prodotto il carbone. Abbiamo fatto il confronto fra quest’ultimo e altri tipi di legno: il maggio ciondolo (una pianta di colore scuro e velenoso) era pesante e duro, il carbone invece risultava secco e meno pesante.  Successivamente siamo andati in un’altra stanza dove c’era una piccola carbonaia. Lì ci ha spiegato a cosa serviva e come si usava. Come prima cosa venivano tagliati due tipi di legna: faggio e quercia, poi veniva posizionata in cerchio in base alle dimensioni. In questo modo sopra si lasciava un foro per sistemare le braci. Dopo aver messo delle pietre intorno alla legna, la costruzione veniva ricoperta di paia e terra per iniziare a bruciare il tutto. Così in circa 10 giorni si aveva il carbone. Dal Museo abbiamo fatto un tragitto a piedi fino ad arrivare alle grandi carbonaie in funzione. Intorno a queste c’era una costruzione rettangolare fatta di lastre di carbone da dove usciva il fumo. Dopo aver visto l’ultima carbonaia, la guida ci ha spiegato tutti i tipi di piante che ci circondava e tutte le specie di animali presenti in Italia.