lunedì 18 giugno 2012

La genetica

Il monaco Gregor Mendel (1822-1884) fu il primo a studiare in modo rigoroso il fenomeno della trasmissione dei caratteri ereditari. Per questo, pur non avendo nessuna conoscenza sul DNA e RNA, viene considerato il fondatore della genetica, ossia la scienza che studia l’ereditarietà.
Mendel per otto anni lavorò compiendo incroci artificiali su 20.000 piante di pisello coltivate nell’orto del suo convento.Egli lavorò su piante di pisello che fecondava artificialmente: con un pennellino trasportava il polline del fiore di una pianta su quello di un’altra, faceva quello che in natura fanno gli insetti.
Il monaco Gregor Mendel (1822-1884) fu il primo a studiare in modo rigoroso il fenomeno della trasmissione dei caratteri ereditari. Per questo, pur non avendo nessuna conoscenza sul DNA e RNA, viene considerato il fondatore della genetica, ossia la scienza che studia l’ereditarietà.
Mendel per otto anni lavorò compiendo incroci artificiali su 20.000 piante di pisello coltivate nell’orto del suo convento.Egli lavorò su piante di pisello che fecondava artificialmente: con un pennellino trasportava il polline del fiore di una pianta su quello di un’altra, faceva quello che in natura fanno gli insetti.


Il monaco Gregor Mendel (1822-1884) fu il primo a studiare in modo rigoroso il fenomeno della trasmissione dei caratteri ereditari. Per questo, pur non avendo nessuna conoscenza sul DNA e RNA, viene considerato il fondatore della genetica, ossia la scienza che studia l’ereditarietà.
Mendel per otto anni lavorò compiendo incroci artificiali su 20.000 piante di pisello coltivate nell’orto del suo convento.Egli lavorò su piante di pisello che fecondava artificialmente: con un pennellino trasportava il polline del fiore di una pianta su quello di un’altra, faceva quello che in natura fanno gli insetti.

Gregor Mendel

Con la fecondazione artificiale Mendel  selezionò piante di razza pura per alcuni caratteri. A forza di incrociare artificialmente ottenne piante, ad esempio, dal fiore viola che davano sempre, autoimpollinandosi, piante con fiore viola.

Una volta che si fu assicurato di aver piante pure per un determinato carattere iniziò la fecondazione incrociata: ad esempio, prelevò del polline da una varietà dal fiore bianco e lo andò a depositare sul pistillo di una varietà dal fiore viola.
 Il monaco osservò che sempre nella prima generazione (generazione filiale, F1) tutti i figli ottenuti (ibridi) possedevano il carattere di uno solo dei genitori.




LA PRIMA LEGGE= legge della dominanza dei caratteri
Mendel la chiamò legge della dominanza, secondo la quale in una coppia di caratteri alternativi il dominante prevale sul recessivo, che rimane latente nella F1. Pertanto i figli (IBRIDI)derivati dall’unione fra due individui omozigoti, ma differenti per un solo carattere ereditario, sono fra loro identici o omogenei.
  Mendel si spinse oltre e incrociò le piantine ibride, o meglio fece in modo che gli ibridi di prima generazione (F1) si autoimpollinassero.Egli, incrociando individui appartenenti  alla prima generazione filiale, verificò che la seconda generazione filiale, F2, era costituita per ¾ da fiori viola e per ¼ da fiori bianchi.


Gli esperimenti misero in evidenza che il carattere recessivo fiore bianco riappariva nella seconda generazione (F2) 
LA SECONDA LEGGE = Legge della segregazione dei caratteri

Incrociando ibridi della prima generazione si ottiene una seconda generazione filiale nella quale il carattere dominante e quello recessivo si presentano sempre nel rapporto di 3:1

 LA TERZA LEGGE:legge dell'indipendenza dei caratteri
Dall'incrocio di due o più individui che differiscono per due o più caratteri si ottengono individui nei quali i caratteri si trasmettono in modo indipendente l'uno dall'altro secondo la prima e la seconda legge,e quindi combinati in tutti i modi possibili
  


Apparato riproduttore

http://www.enzomardegan.net/Scienze/Apparato_riproduttore_str.pdf (TEORIA)













Musica Araba

La nascita della musica araba viene storicamente datata intorno al settimo e ottavo secolo d.C. Prima dell'avvento dell'Islam, che portò l'arte musicale verso la sua massima espressione, erano già presenti nell'area della penisola Arabica, molte comunità che avevano sia autonomamente sia grazie alle influenze della vicina cultura mesopotamica, sviluppato una propria linea musicale.
La storia della musica e del canto arabi hanno un esordio tutto al femminile. Infatti, dalla lettura della poesia preislamica vaniamo a sapere che la vita musicale era concentrata sulla figura della qayna, una cantrice che si accompagnava con uno strumento musicale. Ella cantava proprio quella produzione poetica che, arrivata sino a noi, ci ha dato modo di conoscerla.
La classe delle qaynat formava un ramo del diffusissimo commercio di schiave che si svolgeva nei mercati arabi delle città più importanti, come Medina e Mecca, dove le cantrici si erano presto stabilite per le numerose possibilità di contatto con delegazioni straniere e gente di commercio. I piccoli re i nobili o i signori ospitavano nel proprio palazzo un gran numero di qaynat, le quali avevano il compito di rallegrare il padrone e i suoi famigliari. Lo strumento musicale delle qaynat più spesso ricordato nella poetica della jahiliyya, il periodo preislamico, è l' oud, strumento a corde simile all'odierno liuto a manico corto. 
Il tarab non è una melodia o un genere musicale bensi l'interpretazione musicale di un testo, la quale genera nell'ascoltatore quasi un rapimento estatico ..è ciò che potremmo chiamare il "sublime" del canto..... l'incanto della parola cantata! Naturalmente, perché il fenomeno del Tarab possa aver luogo è necessario che l'ascoltatore capisca il significato del testo poetico che viene cantato: il Tarab consiste proprio nella perfetta interpretazione musicale di un testo dal tema coinvolgente. Gli arabi distinguono la figura del cantante (mughanni) da quella dell'interprete (mutrib): il primo è colui che esegue con la voce una melodia, il secondo è in grado, attraverso una sviluppata tecnica interpretativa e una grande sensibilità artistica, di generare il rapimento nell'estasi del tarab. Il verbo "tariba", da cui deriva il termine tarab, significa "essere commosso da gioia o da dolore", "provare emozioni di piacere o di dolore", "andare in estasi, essere incantato, turbato, agitato, scosso", ed è quindi legato a quell'arte di modulare la voce su di un testo poetico che incanta e rapisce l'ascoltatore in grado di intenderlo.

Cl@sse 2.0

Il primo anno di scuola media, la mia classe doveva iniziare un percorso di sperimentazione che ci era stato assegnato dal Ministero della pubblica istruzione: cioè un tipo di studio diverso dal solito. Questo progetto però, non si è potuto realizzare del tutto: nel corso del primo anno dato che l’acquisto di ogni computer che ci doveva essere assegnato è stato fatto a fine anno, abbiamo lavorato soltanto con la lavagna interattiva multimediale.
Nel secondo anno scolastico avevamo a disposizione un computer portatile ciascuno che potevamo tenere fino alla fine del terzo anno scolastico. Questo potevamo portarlo a casa per eseguire i compiti. A scuola non lo usavamo  quasi mai e questo è stato un effetto negativo della sperimentazione. L’effetto divenne positivo solo quando la maggior parte dei professori  iniziarono a farci fare ricerche o cose del genere. Abbiamo utilizzato molto Blogger, Wikispaces e il Software Notebook.
Le materie che sono state più presenti in questa sperimentazione sono: italiano, soprattutto linguistica con il sito digilander, matematica e scienze dove postavamo i nostri lavori sul sito Wikispaces, storia e geografia con il programma di PowerPoint facevamo le presentazioni, un metodo migliore di studio. Con il professore di informatica invece abbiamo creato ognuno  il nostro Blog dove dovevamo mettere i lavori svolti di tutte le materie.
La cosa negativa di questo percorso è stato il non utilizzare la tecnologia per alcune materie come artistica, tecnologia, francese. Un altro effetto positivo è stato il miglioramento di alcuni alunni riguardo lo studio e la memorizzazione mentre l’altro effetto negativo è stato che altri alunni non hanno sfruttato il metodo di studio che gli è stato presentato, infatti hanno usato i computer personali solo per giochi e divertimento.

mercoledì 16 maggio 2012

SCOPRENDO LA FORESTA

Un giorno decidemmo di fare una gita in una foresta. Avevamo già sentito dire che la foresta è molto utile in molti aspetti:  ci fornisce ossigeno, trattiene l’anidride carbonica, mantiene la biodiversità, evita inondazioni e valanghe poiché ferma il terreno, ed è infine la casa di molti animali. Ci chiedevamo se tutte queste cose erano vere e ci chiedevamo anche come avvenivano questi fenomeni. Ne valeva la pena andare a vedere. Entrate nella foresta ci aggrappammo subito ad un grande albero che ci aveva colpite. Era grande e robusto, una casa perfetta per gli animali che ci vivono. Sapevamo anche che attraverso la fotosintesi clorofilliana ci forniva ossigeno trattenendo anidride carbonica, la luce sbucava tra le verdi foglie. Avevamo con noi panini e bibite per il pranzo, ma quando stavamo per pranzare un rumore ci spaventò. Pensammo di tutto, forse anche dei grandi e brutti animali giganti che ci avrebbero sbranate. E invece no, era solo un forte vento. Continuammo la gita tranquillamente, tornando a casa soddisfatte.

mercoledì 2 maggio 2012

Preludio

Johann Sebastian Bach ha scritto attorno al 1720 il primo dei 24 preludi che si intitola "il clavicembalo ben temperato".

Esecutori e interpreti

 L'esecuzione di un brano musicale implica delle scelte da parte del musicista dando al brano una propria interpretazione, cioè lo legge da un punto di vista personale. Per questo ogni esecuzione risulta unica e diversa da tutte le altre e ogni esecutore è in realtà un interprete che fa da tramite tra il compositore e gli ascoltatori. Per questi ultimi il confronto di interpretazioni diverse può essere molto utile per conoscere più a fondo quella certa pagina musicale.